Cos’è la biodiversità e perché è così importante?

Cos’è la biodiversità e perché è così importante?

La biodiversità non è solo un fatto ambientale

Se ne sente parlare molto, in relazione alle tematiche della salvaguardia della natura, nelle iniziative di tutela ambientale, e risulta centrale negli obiettivi di sostenibilità del Green Deal, non solo europeo. Ma cos’è la biodiversità? 

Nonostante sia uno dei fondamenti della natura e della vita sulla terra, appare ancora come un concetto astratto, una semplice nozione ecologica. Qui non ci limiteremo a riprodurre le sue definizioni ‘scientifiche’, ma cercheremo di restituire cosa è la biodiversità e la sua importanza nelle nostre vite quotidiane basandoci anche sulla nostra esperienza, l’azione che Consorzio AVO ha maturato e sta facendo evolvere con la sua rete di produzione diffusa, con il suo network di aziende e agricoltori custodi della biodiversità regionale. Per far comprendere perché occorre impegnarsi nella sua tutela, e quanto del nostro futuro dipenda dalla sua salute.

BIODIVERSITÀ: LA DEFINIZIONE DI UN PATRIMONIO COMUNE

Partiamo con il fornirne una definizione ‘tecnica’ di biodiversità comunemente accettata (proposta nel 1987 dall’Office of Technology Assessment del governo degli Stati Uniti): la biodiversità, o diversità biologica, ‘comprende la varietà e la variabilità tra organismi viventi e complessi ecologici in cui essi vivono’.

Key word: 'variazione'

Silvano di Murro mostra la biodiversità dell'olivo autoctono da lui recuperata nella sua azienda a Gubbio: Borgiona, Tonda Gentile, Coroncina, Raio, Limona

LA BIODIVERSITÀ È VARIAZIONE: IL MONDO E’ BELLO PERCHE’ E’ VARIO

Questa definizione si articola sull’idea di variazione appunto, in riferimento sia agli organismi viventi sia agli ambienti in cui vivono tutte le forme di vita. Attraverso di essa iniziamo ad inquadrare una delle caratteristiche fondanti della natura: tutto quello che è vivo è vario e soggetto a variazione. 

Non occorre andare in Amazzonia, o lanciarsi in avventuriere esplorazioni per verificare questo fondamentale aspetto della natura, basta osservare un pezzettino di prato in un comune giardino delle nostre città (che nemmeno ‘naturale’ è). Iniziamo col notare, per esempio, che quello che ad uno sguardo superficiale appare come un indistinto ‘verde’, in realtà è costituito non solo da una molteplicità di fili d’erba, ma da altre specie vegetali con foglie di diversa foggia. E che, oltre al fatto che nonostante appaiano uguali, non c’è filo o foglia che sia perfettamente uguale all’altra, noteremmo anche la presenza di tanti piccoli insetti che se ne stanno operosi a condurre le loro insospettabili esistenze e che fanno di quel verde la loro casa. Se avessimo l’attenzione di riosservare lo stesso pezzetto di prato qualche settimana dopo sicuramente non ci troveremmo davanti alla stessa fotografia del primo momento. Di fronte ad un bosco, un’osservazione fatta in più momenti a distanza temporale ci rivelerebbe in modo ancora più eclatante questa variabilità, là dove la natura nei suoi cicli stagionali dà libera espressione a questa sua ‘creatività’ costitutiva, a questa sua capacità di far coesistere una miriade di forme di vita a loro volta in continua mutazione. Il concetto di biodiversità esprime quasi come sinonimo quello di vitalità della natura, e dal microscopico al macroscopico, è caratteristica trasversale di ogni sistema in cui sia presente la vita.

In occasione del Summit Mondiale della Terra (Earth Summit) di Rio de Janeiro del 1992 è stata definita la Convention on Biological Diversity (CBD), che nelle sue linee guida organizza la definizione di biodiversità secondo tre livelli: genetica, specifica e ecosistemica.

  • nella biodiversità genetica varietà e variabilità si esprimono nelle combinazioni che può assumere la sequenza di geni, organizzati in 4 paia di basi, che formano il codice genetico di un organismo, le cui caratteristiche sono trasmissibili per via ereditaria;
  • la biodiversità a livello di specie descrive la quantità di specie presenti in un ecosistema e come ciascuna specie si presenta, si distribuisce, prevale o meno all’interno di quell’habitat;
  • la biodiversità a livello di ecosistema indica il numero di ecosistemi presenti in un determinato territorio. Per comprendere meglio questo ordine di considerazione basti pensare per esempio la molteplicità di habitat che sviluppano a seconda delle condizioni pedoclimatiche (a seconda della presenza di acqua dolce per esempio, del tipo di suolo, dell’altitudine, del microclima, e così via).

Key word: 'resilienza'

Capra Facciuta della Valnerina Famiglia: Bovidae.
Genere: Capra L. Area tradizionale di diffusione: Comuni di Norcia, Cascia, Cerreto di Spoleto, Monteleone di Spoleto, Poggiodomo, Preci, Sant’Anatolia di Narco, Scheggino, Vallo di Nera, Arrone, Ferentillo, Narni, Spoleto, Campello sul Clitunno Rischio di erosione: Minacciata

LA BIODIVERSITÀ È EVOLUZIONE: IL CONCETTO DI RESILIENZA

In aggiunta ai tre livelli sopra descritti, successivamente ne è stato suggerito un quarto: la biodiversità a livello di paesaggio, che descrive il sistema di funzioni interdipendenti che si instaurano fra diversi ecosistemi. E questo introduce una ulteriore considerazione fondamentale.

Nella natura tutto è connesso. Nessuna realtà biologica, sia organismo vivente o habitat, si comporta come se fosse separata, isolata dal resto. Ogni forma di vita o insieme, nel suo specifico modo di esprimersi e riprodursi, genera un vero e proprio ‘servizio ambientale’ (e vedremo più avanti quanto questo sia fondamentale per l’uomo e per il futuro dell’intera società) che collabora al mantenimento dell’equilibrio del proprio ecosistema; una specie può rappresentare cibo per altre, può fare da casa ad organismi più piccoli, oppure può costituire, per il solo fatto che opera in determinato ambiente e vi genera trasformazioni organiche, la condizione necessaria alla vita per altre. 

Prendiamo in esame due forme eco-sistemiche in relazione di stretta interdipendenza: il sottosuolo e ciò che lo abita sopra (a prescindere dalle caratteristiche ambientali). Questo esempio, per niente noto e preso dalla nostra esperienza diretta in agricoltura, riguarda una classe di organismi viventi poco conosciuta ma fondamentale, i microorganismi del suolo. Nonostante centinaia di anni di pratiche agricole è recente la scoperta che la fertilità della terra dipende dalla vitalità della flora microbica presente nei primi dieci centimetri di terreno. Comunemente si pensa che le piante, affondando le radici nel terreno, ‘mangino’ i nutrienti direttamente dal suolo, come quando succhiamo una bibita con la cannuccia. In realtà si è scoperto che agli apparati radicali di ogni specie vegetale sono ‘circondati’ da popolazioni microbiche (lieviti, batteri, enzimi, muffe, ect) che svolgono una funzione vitale per le piante: scompongono la materia inorganica e la rendono disponibile in forma organica attraverso determinati processi metabolici. Il che, tradotto in termini comuni, significa che sono queste entità microbiche a preparare il cibo per le piante, senza le quali non potrebbero assimilare alcuna sostanza direttamente dal terreno. In cambio le radici secernono sostanze zuccherine vitali per i microorganismi, completando una simbiosi perfetta, alla base della piramide della vita. La biodiversità microbica corrisponde all’abbondanza di processi di scomposizione organica nel sottosuolo, e garantisce una ‘dieta bilanciata’ per le piante che vi abitano. Se mancano determinati microbi nel suolo, mancheranno determinati nutrienti disponibili, e questo impedirà alle specie vegetali che si alimentano di quegli elementi (fosforo, potassio, azoto, calcio etc) di svilupparsi. La diversità microbica ‘sotto’ rispecchia quella vegetale ‘sopra’ in grado così di approvvigionarsi di tutti gli elementi necessari al proprio sviluppo. Che poi farà da cibo per altre specie, e così via. 

Va dunque sottolineato questo per aggiungere comprensione a cosa significa biodiversità: ogni forma di vita non solo ‘esiste’, ma ha una ben precisa (più di una) funzione se osservata rispetto all’ambiente in cui vive.

Key word: 'relazione'

Livia Polegri consegna le piantine della Casa dei Semi del Trasimeno a Clelia, custode di alcune specie ortive autoctone dell'Umbria

LA BIODIVERSITÀ È UN INSIEME DI RELAZIONI (LA NATURA NON FA NIENTE  A CASO)

In aggiunta ai tre livelli sopra descritti, successivamente ne è stato suggerito un quarto: la biodiversità a livello di paesaggio, che descrive il sistema di funzioni interdipendenti che si instaurano fra diversi ecosistemi. E questo introduce una ulteriore considerazione fondamentale.

Nella natura tutto è connesso. Nessuna realtà biologica, sia organismo vivente o habitat, si comporta come se fosse separata, isolata dal resto. Ogni forma di vita o insieme, nel suo specifico modo di esprimersi e riprodursi, genera un vero e proprio ‘servizio ambientale’ (e vedremo più avanti quanto questo sia fondamentale per l’uomo e per il futuro dell’intera società) che collabora al mantenimento dell’equilibrio del proprio ecosistema; una specie può rappresentare cibo per altre, può fare da casa ad organismi più piccoli, oppure può costituire, per il solo fatto che opera in determinato ambiente e vi genera trasformazioni organiche, la condizione necessaria alla vita per altre. Prendiamo in esame due forme eco-sistemiche in relazione di stretta interdipendenza: il sottosuolo e ciò che lo abita sopra (a prescindere dalle caratteristiche ambientali). Questo esempio, per niente noto e preso dalla nostra esperienza diretta in agricoltura, riguarda una classe di organismi viventi poco conosciuta ma fondamentale, i microorganismi del suolo. Nonostante centinaia di anni di pratiche agricole è recente la scoperta che la fertilità della terra dipende dalla vitalità della flora microbica presente nei primi dieci centimetri di terreno. Comunemente si pensa che le piante, affondando le radici nel terreno, ‘mangino’ i nutrienti direttamente dal suolo, come quando succhiamo una bibita con la cannuccia. In realtà si è scoperto che agli apparati radicali di ogni specie vegetale sono ‘circondati’ da popolazioni microbiche (lieviti, batteri, enzimi, muffe, ect) che svolgono una funzione vitale per le piante: scompongono la materia inorganica e la rendono disponibile in forma organica attraverso determinati processi metabolici. Il che, tradotto in termini comuni, significa che sono queste entità microbiche a preparare il cibo per le piante, senza le quali non potrebbero assimilare alcuna sostanza direttamente dal terreno. In cambio le radici secernono sostanze zuccherine vitali per i microorganismi, completando una simbiosi perfetta, alla base della piramide della vita. La biodiversità microbica corrisponde all’abbondanza di processi di scomposizione organica nel sottosuolo, e garantisce una ‘dieta bilanciata’ per le piante che vi abitano. Se mancano determinati microbi nel suolo, mancheranno determinati nutrienti disponibili, e questo impedirà alle specie vegetali che si alimentano di quegli elementi (fosforo, potassio, azoto, calcio etc) di svilupparsi. La diversità microbica ‘sotto’ rispecchia quella vegetale ‘sopra’ in grado così di approvvigionarsi di tutti gli elementi necessari al proprio sviluppo. Che poi farà da cibo per altre specie, e così via. Va dunque sottolineato questo per aggiungere comprensione a cosa significa biodiversità: ogni forma di vita non solo ‘esiste’, ma ha una ben precisa (più di una) funzione se osservata rispetto all’ambiente in cui vive. 

La capacità di mutare è dunque la condizione necessaria per l’evoluzione. Sia alla base organica della vita che nel quadro degli eco-sistemi non troviamo stabilità, e nulla si riproduce per esatta replica delle condizioni originarie. La vita prolifera quando sussiste instabilità, una instabilità che costantemente si ricompone e nella cui non-omogeneità trova le risorse per continuare a ricombinarsi secondo necessità sempre nuove.  Questo vale per tutte le forme di vita microbiche, le specie vegetali, animali, vale per l’uomo. Diversamente sta andando invece per la nostra società, perché l’azione dell’uomo sembra del tutto ignorare questa legge essenziale. Basti pensare a cosa è successo alle varietà o razze da cui l’uomo trae il suo cibo. Nel campo del sistema di produzione alimentare, per via di un approccio di selezione genetica che ha identificato nuove varietà in apparenza più efficienti e produttive, la diversità biologica è stata sostituita con omogeneità e stabilità. E questo sta generando enormi criticità ambientali, e anche in rapporto alla salute e alla cultura relativa al cibo. 

Ecco qualche allarmante dato, tratto dal rapporto globale FAO sullo stato della biodiversità, che rende l’idea, anche solo riguardo alle biodiversità di interesse alimentare, della attuale dilagante perdita di biodiversità:

– delle circa 6.000 specie di piante coltivate per il cibo, solo nove rappresentano il 66% della produzione totale;
– la produzione mondiale di bestiame si basa su circa 40 specie animali, con solo un piccolo gruppo che fornisce la stragrande maggioranza di carne, latte e uova. Delle migliaia di razze di bestiame autoctone, il 26% è a rischio d’estinzione;
– quasi un terzo degli stock ittici è sovra-sfruttato, più della metà ha raggiunto il limite sostenibile. 

Key word: 'patrimonio comune'

La Pera Ruzza, risorsa genetica arborea dell'Umbria
Pera Ruzza Accessione di Guardea Famiglia: Rosaceae
Genere: Pyrus L. Area tradizionale di diffusione: Ad oggi la varietà risulta presente in un areale abbastanza circoscritto e sovrapponibile in parte con quello della Mela Coccianese. Gli esemplari noti della varietà, tutti di notevoli dimensioni, sono stati infatti trovati presso le seguenti località: Madonna del Porto e Cocciano (Guardea, TR), Tenaglie (Montecchio, TR), Alviano (TR) e Lugnano in Teverina (TR). Alcuni esemplari sono segnalati anche nell’Amerino. Rischio di erosione: Medio

Il significato di biodiversità (non sta in una definzione)

Biodiversità non è dunque un mero concetto ‘ecologico’, è proprio la strategia della vita stessa che pone la variabilità, la diversificazione e l’abbondanza di forme di vita come condizioni e strumenti essenziali della vita stessa. La biodiversità non è dunque una daefinizione tecnica, o una fotografia di caratteristiche che descrivono un aspetto della natura. La biodiversità è la natura stessa nel suo flusso, nel costante movimento del suo rigenerarsi attraverso una molteplicità di funzioni.

 

L’IMPORTANZA DELLA BIODIVERSITÀ

La bellezza dei nostri paesaggi naturali è il frutto del lunghissimo viaggio evolutivo della natura, che ha elaborato una vasta molteplicità di risorse biologiche che collaborano e si evolvono in sinergia di quelle ambientali. Come ogni creatura anche il genere umano dipende dalla loro disponibilità, a maggiore ragione nelle società contemporanea, che non si limita a soddisfare i bisogni primari ma moltiplica il bisogno di approvvigionarsi di risorse nel suo sistema di consumo complesso. Per capire l’importanza della biodiversità e il grado di dipendenza dell’uomo dalla biodiversità citiamo un elenco di ‘servizi’ e funzioni che essa gli fornisce:

  • fornisce cibo, combustibili, materiali da costruzione;
  • fornisce molecole per la cura delle malattie;
  • aria e acqua purificate;
  • decomposizione delle sostanze di scarto;
  • regolazione del clima e delle stagioni;
  • mitigazione degli eventi atmosferici estremi (inondazioni, siccità ect);
  • mitigazione degli effetti dell’inquinamento provocati dall’uomo;
  • fertilità dei suoli, impollinazione delle piante, garanzia dei cicli vitali per le specie alimentari;
  • controllano le epidemie e le malattie;
  • garantiscono un’adattabilità ai cambiamenti;
  • caratterizzano la cultura e la bellezza dei territori.

Oltre che fornire cibo, salubrità nelle condizioni di vita e altri fattori primari e fondamentali per la vita, i prodotti della natura sono le materie prime per moltissimi settori delle attività umane. Vien da se che ne dipende gran parte dell’attività economica delle nostre società: la biodiversità è ricchezza

La perdita di biodiversità riduce la produttività degli ecosistemi, li destabilizza e riduce la loro funzione di contenimento di fenomeni atmosferici. In un circolo vizioso questa perdita va di pari passo all’inquinamento e ai danni ambientali perpetuati dall’uomo, che a sua volta accelera il cambiamento climatico, ed espone l’uomo ad eventi sempre più catastrofici poiché l’ambiente, privato della propria capacità di adattamento e resilienza tende al collasso. 

Quando si parla di perdita di biodiversità non bisogna solo pensare quindi all’estinzione a cui va incontro qualche animale esotico in un terra remota, ma ad una minaccia complessiva, e in crescita tendenziale, per la tenuta delle nostra società e della vita sul pianeta. 

La Vision di Consorzio AVO

Riportare la Biodiversità sulla Terra e Sulla Tavola 

Il bisogno di un’azione collettiva

Dati scientifici di tutti i tipi dimostrano il vertiginoso accelerarsi di criticità ambientali a cui stiamo andando incontro per via della perdita di biodiversità e dell’inquinamento. Eppure è ancora debole la risposta e la coscienza collettive di fronte ad una minaccia che non può essere relegata ad una questione puramente ‘ambientalista’. 

Occorre una strategia trasversale e integrata per portare la questione all’attenzione di tutti i livelli di percezione della nostra società e del nostro modo di vivere.

Biodiversità e cibo: un fatto di indentità del territorio

Consorzio AVO nel 2020 ha organizzato, in collaborazione con una istituzione della Regione Umbria, il Parco Tecnologica Agroalimentare 3APTA (Link) una giornata della biodiversità, Umbria Biodiversity 2020, iniziativa replicata nel 2021 nell’ambito del festival GeckoFest, dedicato ad una riflessione trasversale sul presente e il futuro attraverso ambiente e cultura. Attraverso tavola rotonda tra istituzioni e protagonisti del territorio, talks, arte, spettacoli e appuntamenti gastronomici orientati sulla riflessione culturale, Consorzio AVO e Geckofest hanno generato l’idea che prodotti agricoli e territorio siano un binomio indissolubile. Ponendosi a guida di una rete di coltivatori di biodiversità Consorzio Avo intende promuovere il cibo proveniente dalla coltivazione di varietà e razze antiche (link) mostrando che il racconto della qualità di questo tipo di alimenti, e delle caratteristiche genetiche e ambientali che li rendono preziosi, non può essere separato dal racconto dei contesti culturali, e del lavoro, delle mani che li hanno prodotti. Dietro ciascuno di questi prodotti della biodiversità regionale c’è tutta la storia delle comunità e dei paesaggi che li hanno prodotti. A livello scientifico c’è un minuzioso lavoro di mappatura e identificazione genetica, antropologica e storica, che in ogni regione è testimoniato dai registri delle risorse genetiche autoctone, come quello dell’Umbria (link) a cui fa riferimento Consorzio AVO; a livello economico c’è l’appassionato lavoro di produzione e di custodia delle varietà che si rispecchia nella nella cura del territorio e delle risorse locali degli agricoltori e degli allevatori, che oltre alla diversità biologica custodiscono il paesaggio e i know-how millenari che costituiscono la nostra identità culturale.
E’ per questo che GeckoFest, Consorzio AVO e il network di aziende che rappresenta si impegna a produrre alimenti che tutelano, ristabiliscono e rigenerano la biodiversità, e non solo attraverso prodotti espressione della diversità biologica territoriale: diffondiamo informazioni e stimoliamo conoscenze, perché ogni scelta di consumo diventi un atto di responsabilità. Nei confronti della Terra, e del nostro stesso futuro.

Valentina Dugo

CEO di Consorzio AVO e animatrice di Umbria BIOdiversity

Scopri il registro regionale delle varietà autoctone

Entra nella sezione ‘AGROBIODIVERSITA’ del Parco Tecnologico 3A dell’ Umbria, l’istituizone regionale attuatrice della legge di tutela della Biodiversità.